lunedì 14 marzo 2011

Un grosso inizio

Neve, nient'altro che neve, per chilometri.
Questo è tutto ciò che il generale di brigata Andreji Volkov vedeva davanti a sé, mentre osservava le immagini raccolte dai ricognitori proiettarsi in aria al centro della sua stanza.
In mezzo a tutto quel bianco, si stagliava una cupola: Volgograd, la sua casa.
Quando inizialmente gli avevano detto che sarebbe tornato lì si era immaginato per un attimo il sapore del pane appena fatto di sua madre, la confusione dei suoi fratelli più piccoli che giocavano, il profumo del melo piantato nel piccolo giardino sul retro.
L'unica cosa che lo attendeva erano invece era una brigata in rotta da salvare, prima che venisse spazzata via. 
La 35°ma si trovava a corto di effettivi, le munizioni scarseggiavano e almeno la metà dei mech a loro disposizione era inutilizzabile o rattoppata alla meglio, e come se non bastasse, le truppe nemiche stavano per completare l'accerchiamento, chiudendola definitivamente dentro una sacca da cui non sarebbe più uscita.
Non sarebbe stata una visita di piacere la loro.
Il flusso dei pensieri fu interrotto dal rumore della porta che si apriva e dalla successiva voce dell'attendente.

"Generale, è il momento."

Già, era veramente il momento adesso. Con un cenno della mano  fece ritirare l'attendente, uscendo poi dalla stanza assaporando così la sensazione di essere tutt'uno col metallo della navetta, mentre si dirigeva verso il portello di carico-scarico.
Nella sua testa, alieni brividi di gioia gli annunciavano che il cucciolo era stato svegliato. 
Davanti a sé, sul terreno, circa duemila soldati lo salutavano schierati in riga, tutti col cuore ricolmo della speranza di essere salvati.
Al suo fianco, comparso silenziosamente dal nulla, il tenente Visconti, pilota di Raphael.

"Bentornato a casa, signore"

2 commenti:

Lyndon B. ha detto...

e poi?

/b/lack_lotus ha detto...

e poi prosegue, non ti preoccupare